Verso il museo diffuso
della Bella
Antilia
È una sensazione che conoscono bene i buschesi, i più curiosi tra i quali avranno scoperto che il nome di Busca compare per la prima volta intorno al Mille, ma che la storia della città nel periodo immediatamente precedente pare avvolta da tenebre impenetrabili.

Di cosa si tratta?
Eppure c'è un nome che emerge da quell’oscurità e risuona insistente da secoli: la Bella Antilia.

Quello che si sa con certezza è che gli antichi romani stabilirono un accampamento in quel tratto di territorio che dai piedi della collina di S. Martino si estende verso S. Quintino, e da questo si sviluppò in seguito una piccola città, che nei racconti popolari venne dipinta come un luogo di inenarrabile bellezza, tanto da tramandarne la memoria con il nome, appunto, di Bella Antilia.
Il fascino di questa immagine di luogo eccezionale crebbe nel tempo, nonostante successive precisazioni degli storici: venne omaggiato da racconti popolari, maschere di carnevale, nomi di strade e prelibatezze locali. Era un luogo descritto come talmente prospero e rigoglioso, da portare a definire semplicemente buscaja (Busca) il villaggio che sorse dopo la sua scomparsa. Eppure nulla si sa della vita e dei sogni degli abitanti di questa ridente cittadina, finita probabilmente incendiata dai Saraceni.
Quali caratteristiche la rendevano così speciale da dare adito a questa leggenda? L'attuale Busca è davvero solo una "buscaja trista e canaja"? O forse un giorno abbiamo semplicemente iniziato a dare per scontata la bellezza di questi luoghi e l'ingegno di chi li abita, fino a credere di averli persi?
Noi pensiamo sia andata proprio così. Per questo vogliamo realizzare il museo diffuso della "Bella Antilia”: un museo diffuso che non avrà pareti e soffitto, ma comprenderà tutto il Buschese fino a Valmala, mettendo in rete e valorizzando il suo patrimonio naturale, culturale e umano, dai percorsi tra collina e montagna ai portici medievali, da santuari e antiche cappelle alle tante persone e associazioni che animano la città con le loro iniziative. Perché la città che non vedi... è sotto ai tuoi occhi.

